TESTATA LM

* * * * * * * C'E' CHI PIANGE. CHI SI RASSEGNA. CHI SI DISPERA. E CHI IMPAZZISCE. IO UCCIDO! "LADY MAFIA" * * * * * * *

Lady Mafia, il fumetto delle polemiche. Ulteriori precisazioni, per essere ancora più chiari.


«C’è chi piange. Chi si rassegna. Chi si dispera. E chi impazzisce. Io uccido!». Recita così Veronica De Donato nella clip di presentazione del fumetto noir, a forti tinte rosa, che ha sconvolto l’Italia e che tanto sta facendo discutere, finendo al centro di una bufera mediatica a causa dell’osteggiamento dell’associazione Libera e della pesante stroncatura della Commissione parlamentare antimafia.
Nelle edicole di tutta Italia dallo scorso week end con il numero 1, l’associazione di Don Ciotti non ha tardato a far sentire la propria voce su questa nuova iniziativa editoriale, bollandola come un’opera “diseducativa” e aggiungendo: «Nel paese di Lea Garofalo e di tante donne che come lei hanno scelto, anche a prezzo della vita, il coraggio della denuncia, il fumetto Lady Mafia rappresenta un vero e proprio insulto alla loro memoria. Per queste ragioni invitiamo la casa editrice a sospendere la pubblicazione».
Sulla stessa lunghezza d’onda c’è il deputato Pd Mattiello, che dice: «Lady Mafia è un’operazione editoriale offensiva che deve essere sospesa perché esalta la vendetta come risposta alla violenza mafiosa».

Ne hanno parlato in Rai, nel Tg 2 e nel Tg 3, e la notizia è stata riportata da tutti i principali quotidiani italiani: Repubblica, Il Corriere della Sera, Il Sole 24 ore, La Stampa, oltre che su ogni altro mezzo di informazione. Ed è proprio dalla rete che arriva la risposta degli italiani, assolutamente contrari a ogni forma di censura.
Pronta la replica della Cuore Noir Edizioni e dell'ideatore di “Lady Mafia”, Pietro Favorito, che si dissociano categoricamente dalle accuse ricevute, e, a mezzo comunicato stampa, prendono la parola per chiarire le loro posizioni.

“Non è mai stata nostra intenzione ferire la memoria delle donne vittime della mafia e dei loro familiari, né tanto meno offendere chi combatte la mafia seguendo altre modalità. Se questo fosse avvenuto, ci rammaricherebbe non poco, non essendo questo il nostro proposito.” Così esordisce Pietro Favorito, autore di Lady Mafia e titolare della Cuore Noir edizioni, che poi aggiunge: “A Libera va il nostro plauso per la nobiltà degli obiettivi per i quali si batte, e per come intende perseguirli. Ma Lady Mafia è un fumetto noir, e il vortice di violenze che contraddistingue le sue vicende rientra nei canoni del filone narrativo a cui fa capo. Voler ridurre, però, il fumetto a questo e accusarlo di sfruttare il fascino del male per fini commerciali, vuol dire non aver letto affatto il fumetto o essersi fermati solo al titolo. Lady Mafia è molto più di questo, e di conseguenza rimandiamo le accuse e l'invito a sospenderne la pubblicazione al mittente.
In Italia, purtroppo, si tende a sottovalutare parecchio l’intelligenza media dei lettori, non ritenendoli capaci di farsi un’idea su cosa sia giusto o cosa sia sbagliato nelle letture che vengono loro proposte. Noi, al contrario, siamo convinti che chi ci legge sappia riconoscere la differenza tra il bene e il male. E il cadere di Veronica nell'errore/orrore va ricercato nel circolo vizioso della violenza, cui Veronica è abituata da sempre. In parole povere, conoscendo lei solamente il linguaggio della violenza (è figlia di boss e la violenza continua a seguirla anche all'interno delle mura della casa famiglia cui viene affidata), altro non sa fare che parlare appunto solo quella lingua. E' sbagliato, ma umano. E Veronica sa di sbagliare, come confida spesso nelle pagine del suo diario, lo sanno anche i personaggi che incontrerà nella trama (l'amico Nicola, il parroco, ecc.), può non accorgersene il lettore?!
Artisticamente parlando, Veronica offre sfumature, evoluzioni e conflitti di coscienza, che un "eroe bianco" non consentirebbe. I suoi errori, i suoi dubbi, i suoi sfoghi, quelle sue certezze che nello sviluppo della trama vacillano sempre più ne fanno un personaggio complesso, a tutto tondo. Ma quello di lei che non va mai perso di vista, è che Veronica sbaglia e continua a sbagliare perché nasce come antieroina: e come potrebbe mai un antieroe essere esempio di condotta giusta e morale?
Il messaggio del fumetto è dunque un messaggio positivo, che viene gridato attraverso la rappresentazione del negativo. Abbiamo scelto di mettere in scena gli orrori della violenza per renderne palese l'assurdità, l'amoralità, col fine di prenderne distanza.
E quando parliamo di rappresentazione della violenza, non ci riferiamo solamente a quella di stampo mafioso. La nostra battaglia si traduce in denuncia contro la violenza - tutta - da quella esercitata sulle donne, a quella praticata sugli animali, o ancora a quella rivolta a chi è diverso. Se così non fosse, e avessero invece ragione i nostri detrattori, non avrebbe, allora, senso l'ampio spazio lasciato a tematiche scottanti e attualissime, quali il femminicidio, l'omofobia, la vivisezione, il razzismo, lo stalking, sia all'interno delle trame del fumetto sia nella rubrica Lady Mafia Extra. A dare voce a personaggi fittizi nel fumetto sono professionisti (psicologi, avvocati, ecc.), che danno consigli e tracciano identikit per riconoscere predisposizioni e comportamenti violenti. Pur non avendo la presunzione di essere un fumetto “educativo” (ma lo sono forse gli altri?!), cerchiamo in tutta coscienza di essere un fumetto al meno “informativo”, proponendo al lettore temi e spunti su cui poter riflettere.”


“Lady Mafia” continua l'autore “è la madre della protagonista del fumetto, che avendo preso il posto del marito dopo la sua carcerazione, così viene chiamata. Ecco perché Lady Mafia è semplicemente equivalente femminile di boss, di padrino, e giammai una esaltazione del ruolo. Ma, forse, il problema è proprio tutto qui, la scelta di un'antieroina anziché di un antieroe. Forse un Mister Mafia non avrebbe sollevato tanto scalpore, come non lo fanno i romanzi, i film e le fiction di mafia, o i tanti videogiochi violenti non proibiti ai minori.
Paradossalmente, la scelta del protagonista al femminile voleva (e vuole tuttora) essere un "omaggio", passateci il termine, alla donna, una riflessione sul suo ruolo odierno e sui suoi drammi, personali e sociali. Veronica, per entrare in affari con la mafia, è costretta a fasciare il proprio corpo per nasconderne la femminilità; si muove in un mondo decisamente “maschile” (oltre che maschilista), tanto che è costretta ad assumere l'identità del defunto fratello Andrea per entrare a far parte di Nostraduania. Questa metamorfosi forzata, nei nostri intenti, vuole rispecchiare la snaturalizzazione della donna “moderna” in ambiente lavorativo, che si vede sistematicamente penalizzata e scavalcata, nel confronto con un collega uomo. Allo stesso modo, la lacerazione interna della personalità dell'antieroina, deve rimandare allo strappo che molte donne oggi provano dinanzi alla scelta tra carriera e famiglia.
Gli equivoci nel mondo della parola, come in quello reale sono infiniti. Il drammaturgo Bertolt Brecht ne è esempio eclatante. Il capolavoro Madre Coraggio e i suoi figli, scritto a ridosso dello scoppio della seconda guerra mondiale, è denuncia degli orrori delle guerre e delle tragedie che esse producono. Nelle sue intenzioni l'antieroina di Brecht, e sottolineiamo antieroina, a fine rappresentazione avrebbe dovuto ripugnare lo spettatore. Sì, perché Madre Coraggio è parte, seppur marginale, del macrocosmo "guerra"; e sebbene vedrà morire i suoi figli, con il suo carretto continuerà ad alimentare la macchina della guerra. Come poter avere simpatia per lei? Ebbene, il pubblico non soltanto ne ebbe compassione, ma la amò.”
La Cuore Noir Edizioni e Pietro Favorito non ambiscono a tanto per la loro antieroina, ma sperano almeno che venga capita!